State of Privacy: l’appello degli esperti
Serve un salto di qualità nell’approccio all’intelligenza artificiale, fondato su una visione complessiva di tutti gli interessi e gli attori in gioco, con una prospettiva di intervento globale. La soluzione non è la sola regolamentazione, ma occorre puntare ad una formazione al digitale come primo strumento per la democratizzazione dell’AI e di abbattimento dei rischi.
Queste le raccomandazioni venuti dagli esperti, del mondo pubblico e privato e del mondo accademico, riuniti ieri a “State of Privacy – Focus sull’IA”, evento organizzato a Firenze dal Garante per la protezione dei dati personali lo scorso 27 Maggio 2024.
I lavori, aperti dal Presidente e dalla Vice Presidente dell’Autorità, Pasquale Stanzione e Ginevra Cerrina Feroni, hanno visto nella mattina le relazioni di tre importanti speaker: Luciano Violante, Francesco Caio, Luigi Rebuffi.
Luciano Violante – Presidente Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine ETS- ha delineato i caratteri del cambiamento epocale in corso, dalle nuove oligarchie tecnologiche fino alle questioni che pongono le neuroscienze e all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla stesa formazione del pensiero. Va proclamato, dunque, è questo il suo auspicio, il diritto alla libertà cognitiva in una cyberspazio che è diventato ormai il nuovo ambiente in cui viviamo.
Francesco Caio – Presidente Caio Digital Partners e Professore aggiunto MIP – Graduate School of Management Politecnico di Milano – ha ricordato come il nuovo modello di sviluppo sia basato sul dato, vero fattore di creazione del valore. Secondo il manager saranno la qualità del dato e la sua organizzazione a fare la differenza in un mondo dove sono presenti già settori in rapidissima evoluzione tecnologica. Per poter competere ad un livello globale, dunque, le imprese e la stessa Pa devono ripensare i processi ponendo al centro i dati.
Luigi Rebuffi -Segretario Generale ECSO-European Cyber Security Organisation – ha concentrato il suo intervento sulle potenzialità positive e negative dell’intelligenza artificiale. L’IA può essere vista sia come Prometeo, che può offirre al mondo risorse rivoluzionarie, sia, all’opposto, come il vaso di Pandora, che può portare l’uomo a perdere competenza e conoscenza, rendendolo dipendente da se stessa.
Nel pomeriggio, i lavori sono continuati nei tre tavoli tematici, dedicati ad economia e sostenibilità, etica e diritti, cybersicurezza e geopolitica, coordinati rispettivamente dai due Componenti dell’Autorità, Agostino Ghiglia e Guido Scorza, e dal costituzionalista Andrea Simoncini.
Dagli esperti sono giunte una serie di indicazioni. La prima riguarda la necessità, in un mondo globalizzato, di non affidarsi a regolamentazioni esclusivamente nazionali. Serve poi un maggiore coordinamento tra le istituzioni, nazionali e sovranazionali, nel governo dell’IA. Occorrono anche strumenti di soft law per ridurre la distanza tra norme e vorticoso sviluppo tecnologico e più che nuove norme, sere mettere in campo nuovi strumenti di crescita culturale, come la formazione delle persone, con l’obiettivo di insegnare loro a vivere e a tutelarsi nel nuovo ambiente digitale. Infine, la necessità di una visione globale ed integrata della cybersicurezza, non legata solo ad aspetti tecnici e specialistici, ma considerata come garanzia di tutela dei diritti nel cyberspazio.
Fonte: GPDP