Il nuovo provvedimento definisce equo il compenso che rispetta specifici parametri ministeriali, anche per le professioni non organizzate della Legge 4/2013. Si applica alle convenzioni tra il professionista e le imprese bancarie e assicurative (e loro controllate e mandatarie) e tutte le imprese che impiegano più di 50 dipendenti o fatturano più di 10 milioni di euro. Prevede l’applicazione della disciplina dell’equo compenso alle prestazioni rese dal professionista nei confronti della pubblica amministrazione e delle società partecipate dalla p.a. “La normativa introdotta in tema di equo compenso per le prestazioni professionali costituisce sicuramente un primo importante passo la cui efficacia dovrà valutarsi in fase di attuazione. Positivo che le professioni non organizzate di cui alla Legge 4/2013 vi siano comprese ma la determinazione dei parametri del compenso equo deve essere preceduta da un’ampia interlocuzione e confronto con le relative rappresentanze. Apprezziamo finalmente l’estensione del provvedimento alla PA. Restano le perplessità sulla limitazione ai soli rapporti di natura convenzionale e ci auguriamo che a breve si possa ampliare l’ambito di applicazione”.