E’ comparsa nei giorni scorsi una notizia controversa relativa a signora 63enne di Bari per cui l’App Immuni aveva forzato quarantena obbligatoria per segnalazione di contatto con positivo. La segnalazione è risultata capziosa per cui a seguito del tampone, di norma 6-7 giorni, la signora in questione è stata per così dire “liberata”.

Ciò comunque mette in atto numerosi dubbi relativamente alla App Immuni, per cui nonostante magari dal punto di vista della privacy potrebbe essere “compliant”, restano innumerevoli interrogativi sulle false segnalazioni cui potrebbe dar vita.

Come aveva sottolineato l’Autorità Garante nella persona di Antonello Soro agli albori del progetto, la tempestività di tamponi e test sierologici stanno alla base della corretta implementazione del sistema, per cui a fronte di false segnalazione la tempestività da parte della struttura sanitaria è d’obbligo.

Non è solo la nostra privacy ad essere in pericolo, ma qualora l’App “impazzisse” ci troveremmo di fronte ad innumerevoli quarantene forzate come l’esempio delle Puglie ci dimostra chiaramente.

Se ci fosse un Bug del sistema per esempio nella notifica degli Alert?

Al momento non c’è facile soluzione al problema ed i numeri dimostrano come gli Italiani siano scettici a fronte di tale progetto.

Del resto le esperienze anche in altri Paesi ci insegnano come tali App possano essere inutili e talvolta anche dannose.

 

Dott. Amedeo LEONE